La mia prima diagnosi

Avete presente quando una situazione,un evento in particolare sembra chiarirvi tutta la confusione e l’indecisione che prima avevate? Ecco,questo è quello che mi è successo pochi giorni fa,quando un evento spiacevole in famiglia è riuscito a farmi chiarire le idee su ciò che voglio fare da grande…da grande,che parolona,in fondo si tratta di un futuro prossimo visto che stiamo parlando di un arco di tempo di massimo due anni. Sapete bene che sono una studentessa di medicina e che dopo 6 anni questa laurea mi porterà al titolo di Medico e Chirurgo,ma la mia carriera non si fermerà qui,mi toccherà scegliere la specializzazione. Appunto la specializzazione è sempre stato motivo di incertezza per me,ancor più che la medicina è uno dei campi più vasti che esistano e tra una branca e l’altra ci passa un mare. C’è chi a sua modo ha cercato di consigliarmi e di farmi capire quelle che sono le specializzazioni più richieste,quelle laddove è possibile conciliare l’attività ospedaliera con una privata ed io ascolto i consigli,o meglio, i pareri di tutti,senza lasciarmi troppo influenzare,perché la scelta finale sarà mia e perché non voglio dovermi un giorno ricredere né tantomeno rinfacciare ad altri un possibile sbaglio. S. un po’ ci giocava con questa mia insicurezza e ogni tanto,mentre magari stavamo facendo o parlando di altro,veniva fuori con un “allora?hai deciso che specializzazione farai?” ed io entravo in crisi ancora di più,sentendo giorno dopo giorno avvicinarsi una decisione definitiva. Una mia idea ormai me la sono fatta, ho parlato già con qualche docente e certe risposte mi hanno aiutato a declinare opzioni che non soddisferebbero la mia voglia di imparare e di coniugare la parte clinica con quella chirurgica, alcune branche restano invece “costrette” tra le mura di un ospedale per cui sono state depennate ab inizio, e ovviamente sono state escluse tutte quelle per un motivo o per l’altro non sento affini a me. Ulteriore ostacolo per la scelta e motivo di incertezza è il fatto che qui a Foggia non ci sono tutte le specializzazioni che sono presenti altrove e che,ahimè bisogna ammetterlo, andando a concorrere in qualsiasi altra parte d’italia non si è mai ben voluti, del tipo ognuno è profeta nella propria patria.
Bene mentre varie opzioni ondeggiavano nella mia testa creandomi confusione, è successo qualcosa che mi ha fatto capire che forse una strada è fatta apposta per me. Una persona a me molto vicina ha scoperto di avere quello che volgarmente si definisce “fibroma”uterino,meglio in gergo medico Leiomioma e,senza troppo vantarmi,un po’ mi prendo il merito di aver fatto questa che per me è stata la prima diagnosi. Dopo aver infatti consultato fior fior di primari nonché Professori,di quelli che agli esami fanno gli spavaldi con noi studenti,che sembrano avere il dominio della cultura della loro branca,bene la maggior parte di questi grandi della medicina non è riuscito a fare diagnosi,ecografie e risonanza non sono bastate per dare un nome ad una massa in parte cistica e sono arrivati al punto di confondere ovaio e utero come sede di origine della stessa. E credetemi,utero e ovaio non sono affatto la stessa cosa e nemmeno la prognosi di una struttura ovarica è la stessa di una uterina!
Qui non siamo in un telefilm, qui non ci sono dott. House o il dott. Sheperd a fare miracoli né del resto si chiede di fare diagnosi su casi improbabili come quelli che trasmettono in tv; qui siamo nella vita reale e così come le nostre abitudini e i nostri sentimenti si ripetono nei giorni,anche le patologie si ripetono e cavolo a un ginecologo che vede fibromi dalla mattina alla sera non è giustificato fallire sul suo pane quotidiano! Io,presa com’ero dall’ansia e dalla preoccupazione che ti prendono quando ti trovi dall’altro lato,quello del paziente, ho cercato di essere il più fredda e razionale possibile e mi sono precipitata sui libri; sfogliavo pagine e non mi davo pace che potesse essere qualcosa di ovarico, i dati non tornavano e prima ancora che un ginecologo molto più esperto dei precedenti azzardasse la diagnosi di fibroma,io ero arrivata alla mia conclusione.
Ora le mie idee sul futuro sono molto più chiare,non voglio far parte di quei medici che non si sbilanciano,che non sanno arrivare alla diagnosi senza avere in mano un referto istologico,sono del parere che si deve studiare il caso e sforzarsi di azzardare una diagnosi prima ancora di mettere le mani sui pazienti. 
Mi piacerebbe coinvolgervi in una discussione,ascoltare le vostre esperienze con la medicina,gli errori o i successi che avete direttamente o indirettamente vissuto e capire quali secondo voi sono gli specialisti più richiesti e più vicini ai pazienti. Un caro saluto a tutti!

3 commenti:

gaetano ha detto...

Carissima, hai ragione, l'ultima parola resta a te, devi scoprire quale e' la specializzazione in cui puoi dare il meglio di te, ovvero dove ti ispira di piu' la tua creativita' o passione, poiche' un medico deve essere mosso da passione o vocazione e non il denaro come molti chirurghi plastici o dietologi o nutrizionisti, insomma quelle specializzazioni che possono fruttare piu' che soddisfare.
Ti auguro una buona scelta ed una brillante carriera.
gaetano

Carrie ha detto...

Ciao Gaetano, sulla chirurgia plastica c'è da fare qualche precisione. La chirurgia plastica non e' solo quella che si racconta in tv,non sono solo tette gonfiate,labbra a canotto o botox; la chirurgia plastica e' anche un modo di andare incontro a pazienti con problemi seri,vedi ustioni,melanomi e cicatrici troppo invasive lasciate da precedenti interventi chirurgici. Ogni branca insomma ha degli aspetti interessanti e ovvio, alla mia eta' penso a fare una scelta giusta e alla gloria di una carriera come quella che voglio intraprendere! Non posso e non voglio per ora pensare ai soldi!
Buona domenica Gaetano e buon 1 Maggio!

gaetano ha detto...

Carissima, hai ragione, ho visto poche sere fa' un programma che trattava appunto della chirurgia estetica correttiva per pazienti affetti da tumori alla pelle, addirittura un ragazzo negro sta subendo diversi interventi al volto, perche' dall'eta' di sedici anni il suo volto non sembrava umano.
Se una persona vuole vedere il volto della sofferenza deve lavorare in un Ospedale.
Ti auguro tanto bene e tanta forza d'animo per la delicata carriera che ti appresti ad intraprendere.
gaetano

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