Il piccolo esercito che non vuole mollare!!!
Carissimi lettori, Carrie è di nuovo qui tra voi, non vi ho mollati, ho tante,troppe cose da raccontarvi. Semplicemente questi ultimi giorni sono stati un bel po’ incasinati. Allora l’esame è andato,anche se non proprio come speravo, ma è sempre e comunque un passo in avanti fatto verso la mia futura professione.
Finalmente sono riuscita a rimanere sola a casa e adesso qui seduta in cucina con solo qualche piccolo rumore di fondo cerco di fare la cosa che più mi piace: scrivere e vagare con la mia mente nei momenti più belli delle miei giornate con S.
Siamo ormai agli sgoccioli di questo 2010 e forse anche a voi, come a Carrie, capiterà di fare un bilancio di quello che è stato,di ciò che avremmo voluto ma non c’è stato e di quello che vorremmo che finalmente nel prossimo anno si realizzi. Ed io sarò la solita egoista come in molti mi dicono, ma penso alla mia carriera,ai miei studi e a raggiungere questa sudata laurea il più presto possibile,perché ho troppi progetti e sogni da mettere in pratica,ho voglia che la mia vita si arricchisca di qualcosa di diverso ed S. che è uno dei pochi(o pochissimi!) a conoscere tutto nei minimi dettagli,mi è accanto e mi sostiene. Bhè se dobbiamo parlare di bilanci dunque io sono soddisfatta,in ogni singolo giorno do sempre il massimo e cerco di cogliere tutti i piaceri e le bellezze che la vita mi offre…come dire che il “Carpe Diem” oraziano mi fa un baffo!
Ogni mese,tuttavia,ha avuto i suoi alti e bassi e quest’ultimo mese di Dicembre è forse stato il più bruttino: troppi litigi,troppe lacrime,troppi giorni di festa che ci uniscono a parenti di cui nel resto dell’anno facciamo benissimo a meno e ci allontanano da chi invece amiamo per davvero. E’ il terzo Natale da quando conosco S. che sento una ferita nel cuore mentre sono in viaggio,costretta a non rimanere a Foggia; è il terzo anno questo che ci lamentiamo l’uno con l’altro del dover rimanere accanto alle proprie famiglie ed è il terzo anno che fantastichiamo su come sarebbero state le feste se invece avessimo avuto la possibilità di trascorrerle insieme, a 4000 km dall’Italia in uno scenario di guerra che ci avrebbe unito ancora di più. E questa immagine ora,non so perché, non riesco a vederla soltanto come un sogno, quest’ultima immagine voglio fissarla nella mente e sperare che un giorno diventi realtà: me e lui lontani,io e la mia professione rivolta a chi davvero ne ha bisogno, a chi con un sorriso saprebbe ringraziarti per avergli salvato la vita.
E’ da quando conosco S. che combatto ogni giorno per portare avanti una storia ed una amicizia che difficilmente gli altri riescono a comprendere. Da quel famoso 19 Agosto mi aveva detto che sarebbe stato tutto davvero difficile e non posso negare che si sia mai sbagliato di ciò. Abbiamo passato molti momenti no, come quando per la troppa ingordigia sono stata sgamata dai miei e lascio a voi immaginare i giorni terribili che ho passato,guardata da mia madre come una “troietta sfascia-famiglie”,come se dare ascolto ai miei sentimenti non avesse poi così senso per lei. Siamo rimasti lontani in quel periodo,smettendo di vederci e parlarci, smettendo di sorridere. Avevamo vergogna di guardarci negli occhi, in palestra ormai ognuno andava in orari e giorni diversi pur di non incontrarsi,non ci si salutava nemmeno. Avevo paura di perdere la mia famiglia, la cosa più bella che fino ad allora la vita mi aveva dato. Ma Carrie non era più lei senza S., il telefono non squillava più, lui l’aveva lasciata perdere. Eppure l’uno non smetteva mai di pensare l’altro. Erano più vicini che mai. Passarono dei giorni chiusa nella mia tristezza e nelle mie lacrime e mi dissi che così non poteva continuare, perché Carrie aveva bisogno di quell’uomo e che insieme avrebbero superato i pregiudizi di una società bigotta che ancora si scandalizza davanti all’amore vero tra una 22enne e un 50enne, piuttosto che interrogarsi su quanto stupido e vigliacco sia continuare a dormire a fianco di una moglie o di un marito che ha smesso ormai da anni di provare quel brivido chiamato amore.
Dopo giorni di silenzi riprendo il cellulare in mano, un misero “Ciao come stai?”,una parola tira l’altra e passo dopo passo mi accorgo che è lui ciò che voglio. Da quel giorno non ci siamo più mollati. Da quel giorno Carrie capì che insieme erano più forti e potevano,anzi dovevano combattere per difendere ciò in cui credevano.
Dopo giorni di silenzi riprendo il cellulare in mano, un misero “Ciao come stai?”,una parola tira l’altra e passo dopo passo mi accorgo che è lui ciò che voglio. Da quel giorno non ci siamo più mollati. Da quel giorno Carrie capì che insieme erano più forti e potevano,anzi dovevano combattere per difendere ciò in cui credevano.
Ebbene, non molti giorni fa mi sono risentita cadere di nuovo nella stessa situazione; una persona molto vicina a me ha scoperto del nostro rapporto e ha mostrato timore nei miei confronti, nonché dispiacere per non averle raccontato nulla. Ancora una volta ho pensato che il castello dei nostri sogni stesse per crollare, ma così non è stato. Mi sono aperta, ho spiegato che S. per me è importante,che il suo ruolo nella mia vita è decisivo,che è il mio confidente,sa ascoltarmi e consigliarmi e farmi ridere. Ho detto che S. è la parte più “leggera” di me e che se lui c’è io sono felice. Questa volta non ho avuto paura di perderlo,perché S. non è sparito nel nulla come la prima volta, mi è stato vicino. Proprio mentre la volontà degli altri era quella di allontanarci, noi eravamo ancora più uniti. Da quel giorno nel 2008 in cui ci siamo ritrovati, ci siamo detti che da soli non ce l’avremmo mai potuta fare, ma che insieme eravamo più forti,eravamo un piccolo esercito pronto a combattere.
Oggi quell’esercito guarda tutti a testa alta perché non ha nulla di cui vergognarsi, oggi il piccolo esercito non vuole mollare!
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